DIO

entriamo in teatro...



Oggi conosciamo Dio:

Apre la prima scena con una professione d’amore per ogni uomo, nella propria individualità e personalità:

”Io sono terribilmente miope e dunque devo stare molto vicino ad ognuno, tanto che possa sentire il mio alito sul collo… Io conosco ognuno che assiste, come il mio respiro, come il mio unico figlio”.


"Il n'y a pas de public.
Non pour moi, il n'est aucun public".


Incontriamo dunque un Dio vicino, il Dio del Nuovo Testamento, di cui si coglie lo struggimento per la propria creatura.
Ascoltiamo dunque la domanda su Giobbe: perché, Signore, “infierisci” tanto su Giobbe, l’uomo giusto?
Una domanda che percorre tutto il dramma, fino alla sequenza finale in cui l’enigma non è risolto, ma si intuisce la via alla risposta che il Mistero ha introdotto nella storia: "Je ne sais rien faire d'autre que les aimer".

"...non so far altro che amarle le mie creature".

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