Siamo lieti di comunicarvi che lo spettacolo “Trincee di pace nella prima Guerra Mondiale” è stato un evento significativo per noi e la nostra città.
La cosa che ci ha colpito di più è stato il tempismo con cui il nostro recital si è posto in un momento in cui siamo invitati a guardare gli eventi di guerra presenti sul nostro pianeta. Così abbiamo ricordato le attuali "trincee di pace" del vicino oriente che accolgono i profughi e per le quali abbiamo fatto la raccolta all'ingresso del teatro. Ma abbiamo anche ricordato le presenti "trincee di guerra" nel mondo, soprattutto in Iraq, con la persecuzione di cristiani e Yazidi, per coglierne, oltre che la violenza, la grandezza della testimonianza che da lì ci raggiunge.
E abbiamo invitato tutti a fare del recital un momento di supplica per il dono della pace: un gesto profondamente educativo per i ragazzi e per noi adulti. E' stato chiaro che l’incontro con Cristo c’entra con tutto, anche con lontani avvenimenti bellici, perché l’esperienza che viviamo ci consente di cogliere il nostro stesso cuore in uomini di cento anni fa e farceli sentire vicini nelle loro esigenze di bene, di felicità e di pace che sono le stesse nostre. E abbiamo capito un po’ di più la natura della nostalgia, leggendo le loro lettere e cantando i loro canti.
Quello che abbiamo vissuto ha coinvolto in questo gesto di supplica chi ci ha visto, ed è risultato interessante anche per i mezzi di comunicazione, tanto che siamo finiti in eurovisione su Rai news. Ma proprio quando succedono queste cose, ci rendiamo ancora più conto che non dobbiamo rallegrarci tanto per il successo, quanto (come dice Gesù) perché “i nostri nomi sono scritti nei cieli”.
Quello che abbiamo vissuto ha coinvolto in questo gesto di supplica chi ci ha visto, ed è risultato interessante anche per i mezzi di comunicazione, tanto che siamo finiti in eurovisione su Rai news. Ma proprio quando succedono queste cose, ci rendiamo ancora più conto che non dobbiamo rallegrarci tanto per il successo, quanto (come dice Gesù) perché “i nostri nomi sono scritti nei cieli”.
Marina Maffei e i ragazzi della compagnia “Il portico di Salomone”
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