Vogliamo proporvi di fare con noi un percorso per conoscere l'autrice che ci accompagnerà nei prossimi mesi: Elena Bono. Attraverso cenni sulla sua vita e sulle circostanze storiche di cui è stata protagonista, cercheremo di aiutarci nel lavoro che stiamo facendo per portare in scena una delle sue opere. Ma come sempre vogliamo farlo con voi.
Elena Bono nasce a Sonnino, in provincia di Latina, il 29 ottobre del 1921. Si trasferisce prima a Recanati, poi a Chiavari, dove vivrà fino alla morte il 26 febbraio del 2014. Nonostante gli anni trascorsi nella terra natia siano pochi, nella sua prima raccolta di poesie "I Galli Notturni", troviamo una lirica dedicata ad essa.
Elena Bono nasce a Sonnino, in provincia di Latina, il 29 ottobre del 1921. Si trasferisce prima a Recanati, poi a Chiavari, dove vivrà fino alla morte il 26 febbraio del 2014. Nonostante gli anni trascorsi nella terra natia siano pochi, nella sua prima raccolta di poesie "I Galli Notturni", troviamo una lirica dedicata ad essa.
Caratteristica della poesia di Elena Bono è la forza trascinante del verso, che in lei nasce da una profonda tensione morale e religiosa e da una ricca sostanza umana. Tutto questo è vibrante in ogni suo testo, e possiamo leggerlo anche in "Ora conosco le strade".
Le strade sono sempre le stesse
ma l’incanto è diverso.
Dov’è la mia città
inconoscibile paurosa
in cui mi perdevo bambina?
Allora che non sapevo le strade
l’odore triste del Caelimontano,
il respiro remoto dell’Aldobrandini.
Allora le fontane
mi scrosciavano dentro turbinose,
l’anima delle cose
mi batteva sugli occhi,
rosso velo:
io ero un cavallino
atterrito esaltato
che voleva fuggire e s’impigliava
entro quel velo
come in labirinto.
Ed ora conosco le strade.
Ora so amare la bellezza di queste cose
che è un soffrire ancora la bellezza sofferta.
che è un soffrire ancora la bellezza sofferta.
Ma non è la città
che mi faceva tremare il cuore
e non dà pace ai miei ricordi.
Se non fu che sogno
i sogni allora ci possiedono
più che le cose umanamente amate.
Eppure in qualche parte
esiste, io credo, la mia città qual era
più grande forse e prodigiosa,
le strade senza fine
le fontane perenni d’acqua viva
Eppure in qualche parte
esiste, io credo, la mia città qual era
più grande forse e prodigiosa,
le strade senza fine
le fontane perenni d’acqua viva
le mura di diamante.
Forse non più la mia città
ma la città di Dio.
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