Elena Bono è stata recentemente riscoperta come una delle più grandi scrittrici della Resistenza, sono infatti moltissime le sue opere ispirate ad essa e ad avvenimenti storici che l'autrice stessa ha vissuto.
E' proprio così che nasce “Come un fiume come un sogno”, il primo romanzo della trilogia “Uomo e Superuomo", che prende spunto dall’eccidio compiuto dai nazisti il 15 febbraio 1945 a La Guazza sull’appenino ligure. In risposta all’uccisione di un alpino della divisione della Repubblica di Salò, dieci partigiani della divisione garibaldina «Coduri» furono prelevati dal carcere di Chiavari e fucilati senza processo dalle brigate nere sotto il passo ligure della Forcella.
Elena Bono rivisita epicamente la Resistenza, seguendo l’inconsueta prospettiva di un ufficiale nazista, Werner Kaltenbrunner, autore di un diario, in un presidio tedesco sullo sperduto Appennino ligure.
Nonostante gli scenari cari alla scrittrice siano la seconda guerra mondiale, l’orrore nazista e il riscatto morale della resistenza, i temi più profondi riguardano il destino di salvezza dell’individuo, la denuncia del baratro dell’individualismo, la critica al potere nullificante, in quanto illusoriamente autosufficiente, di una ragione, colpevole di aver trasformato l’uomo in superuomo, surrogato blasfemo di Dio.
(Cattura di Cristo-Caravaggio) |
«Lei cade in Dio perché lo ha scelto o è stato scelto. (…) Io cado in me. Io sono precipizio a me stesso. Sono caduto dentro l’Io-precipizio forse da sempre. Prima di ciò che voi chiamate nascere. Questo forzato evento. Pur costretto a cadere nello squallido regno delle apparenze, mi sono scelto come nulla; ho scelto il Nulla».
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