Proseguiamo la lettura di "Come un fiume, come un sogno", per cui l'autrice Elena Bono prese spunto dall'eccidio compiuto dai nazisti il 15 febbraio 1945 a La Guazza sull'appenino ligure.
Protagonista silenziosa del romanzo è Vannella. Werner Kaltenbrunner è innamorato di Vannella, che è l’unica tra tutti gli abitanti del paese che rifiuta di giurare agli ufficiali tedeschi di non prestare aiuto ai partigiani. L'ufficiale assiste alla scena, che si svolge sul piazzale della chiesa sottostante il campo tedesco: la ragazza viene oltraggiata da un ufficiale tedesco che le sputa in faccia davanti agli altri soldati e agli abitanti del paese. Da allora quell’episodio resterà indelebilmente impresso nella memoria di Kaltenbrunner, che ammira la forza morale e la libertà di Vannella. Come tutti gli altri la ragazza avrebbe potuto giurare il falso, i soldati tedeschi non si spiegano il motivo del suo gesto, eppure Werner ne resta affascinato:
(Cristo E Il Buon Ladrone-Tiziano Vecellio) |
«Anch’io dico a me stesso: non mitizzare. Ma la memoria è un’altra cosa. Queste “costanti” delle mie notti o in sonno o in veglia: lo sputo che le cola sulla guancia e lei che se l’asciuga contro la spalla, e la faccia di lui: la faccia d’uno che si specchia e si scopre più brutto di quel che credeva. Pericoloso per lo specchio dire la verità ad un viso umano. L’uomo rompe lo specchio, qualche volta».
«Il dramma è questo: la scelta, costante, che dobbiamo fare tra il sì e il no, il bianco e il nero, la luce e le tenebre. O è un sì totale, che bisogna vivere, patire e scontare fino in fondo, oppure si è complici del male nel mondo (…). Il nulla oppure il Tutto. E l’uomo in genere non sceglie il Nulla».
La debole Vannella, col suo «sì» alla verità, «dava luce al mondo, lo faceva diverso». Anche per chi è stato inghiottito dal Nulla salvarsi è sempre possibile.
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