"Attendere la misteriosa Bellezza": sotto al sicomoro con Elena Bono


"Nella notte sopraggiunse la febbre altissima, ma la fanciulla non morì. E come si riprese a poco a poco, stava a lungo durante il giorno sotto il sicomoro. Ogni tanto s’incantava a guardare al di là del cancello e non si capiva il perché. Ma così era stato fin da quel giorno che il Rabbi era venuto e poi se n’era ripartito. Lei era rimasta sotto il sicomoro a guardarlo, mentre il Rabbi se n’andava al di là del cancello."

(Study For The Golden Rays-Herbert James Draper)
"Oggi pomeriggio con Letizia abbiamo provato l'ultima battuta de "La figlia di Giàiro". Mentre lei recitava, con la fatica del seguire le mie indicazioni, non ho potuto trattenere la commozione del riconoscere in queste poche righe i tratti dell'intera esperienza fatta quest'anno con il Portico di Salomone. Perché la fatica mi sembrava vana. Perché, puntualmente alle prove, tutti i miei bei progetti e le mie idee registiche si rivelavano poca cosa. Tutto mi appariva annoiato e "malato" di una tristezza mortale, come per la piccola bambina di Giàiro. Era evidente l'impotenza finale di quello che io desideravo rispetto a quello che poi succedeva. Poi è successo che sono stato ripreso!
Che incontro sorprendente quello con Giampiero Pizzol. Vedere il modo in cui lui si incantava nel guardare a questo testo mi ha stregato. E ho desiderato anche io guardare così. Da allora, nonostante tutta la fatica, a poco a poco ho cominciato a lasciare il palco allo stupore che mi generava la lettura del testo. E' nata una semplicità a lasciarsi guidare, commuovere, non dai miei progetti, ma da una bellezza che toglie il fiato.
Perché il genio di Elena Bono io lo percepisco quando mi accorgo che i suoi personaggi sono così profondamente umani, nelle loro storture e corruzioni, da sentirli compagni di un povero disgraziato come me e come te.  Perché la vita sembra una fregatura, perché il fallimento dei miei progetti sembrano la parola fine sulla mia vita.  Eppure basta un'attimo, un inaspettato momento di fragilità, in cui lo scudo della mia misura cede il passo a quello che accade davanti ai miei occhi, che tutto si riempe di una promessa.
E mi ritrovo là, sotto al sicomoro, a guardare  al di là del cancello lungo il sentiero, ad attendere la misteriosa Bellezza di cui tutta la realtà è segno."

Andrea



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