Sullo sfondo del complesso monumentale di Valle Christi, nella frazione di S. Massimo a Rapallo, la compagnia teatrale "Il Portico di Salomone" metterà in scena il prossimo 21 luglio lo spettacolo La moglie del procuratore, già presentato al Teatro Cantero di Chiavari, con grande successo, lo scorso 12 maggio.
I ruderi dell’antico monastero, sul verde della piccola valle, costituiscono una location del tutto nuova, e senza dubbio di grande fascino, per gli attori della compagnia.
Il complesso è uno dei pochi esempi di architettura gotica rimasti all'interno del territorio ligure.
Il monastero venne fondato nel 1204 su volontà di Tibe e Altilia De Mari, due nobildonne genovesi vissute in un periodo molto travagliato da sanguinose contese di opposte fazioni nobiliari. Il marito di Altilia, il console Angelo De Mari, venne assassinato nel 1187 proprio a seguito di uno di questi scontri, e così la moglie, insieme alla nobildonna, forse sua parente, che i documenti indicano solo con il nome di Tibe, decisero di far costruire il monastero nella campagna retrostante Rapallo, luogo di loro possedimenti, con l’intento di ritirarvisi in preghiera per il resto della vita.
Il progetto delle due donne venne appoggiato dall’Arcivescovo di Genova, Ottone Ghilini, con l’atto del 29 aprile 1204, e i lavori vennero conclusi nel 1206, anno in cui, secondo i documenti, il monastero era già luogo di preghiera e abitazione per le monache cistercensi, che avrebbero continuato a mantenere viva la loro presenza per quasi trecento anni.
Il prestigio del luogo crebbe ulteriormente quando, nel 1380, un capitano genovese donò alle monache la reliquia di San Biagio, oggi venerata nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio.
Nel corso del ‘500 il monastero passò alle clarisse, ma in seguito, a causa di uno dei decreti emanati dal Concilio di Trento, che sottolineava la necessità per i conventi di situarsi in più vicino possibile ai centri abitati, venne dichiarato soppresso e ufficialmente chiuso nel 1573.
In seguito all’abbandono e alla progressiva incuria da parte degli abitanti rapallesi, iniziò la decadenza del complesso.
Nel 1903, tuttavia, venne dichiarato monumento nazionale italiano, e iniziarono così i restauri da parte dell’architetto Alfredo d’Andrade.
Le strutture gotiche, ancora ben visibili nella parte dell’abside della chiesa e nella torre campanaria, totalmente prive di decorazioni, come esigeva la regola cistercense, esercitano un grande fascino ancora oggi; non a caso proprio quest’area è stata scelta come scenario notturno per spettacoli teatrali e musicali organizzati dall’Associazione Culturale Valle Christi, costituitasi proprio con lo scopo di valorizzare il complesso monumentale.
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